Collage delle varie notizie della settimana.

Distopia in Tempo Reale: la Seconda Settimana di Giugno

Collage delle varie notizie della settimana.

Distopia in Tempo Reale: la Seconda Settimana di Giugno


Tempo di lettura: 20 minuti


Notizie effettivamente importanti

( E quanto se le sono cagate i media mainstream )

“Putin”
Putin Propone un Accordo di Pace in Ucraina
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Surreale. Questi due anni ci dicono tanto sul modo in cui l’Occidente gestisce i conflitti. Invece di supportare la parte avvantaggiata militarmente, per una volta stiamo armando lo Stato più debole, in guerra contro una superpotenza globale (che comunque stiamo armando).


Proviamo a seguire la logica dell’Europa rispetto a questo conflitto. Fin ora abbiamo:


  • Provocato una crisi politica in Ucraina, facendola sprofondare in una guerra civile che dura almeno dal 2014

    Finto di odiare Putin e smesso di rivolgergli la parola proprio nell’unico momento in cui era necessario un accordo diplomatico

  • Ci siamo lavati le mani di un ennesimo conflitto, fingendo che la sua storia sia iniziata l’altro ieri
  • • Abbiamo perso due anni ad armare un esercito che fin dall’inizio non aveva nessuna speranza di vincere
  • • Ci siamo inventati che la Russia vuole conquistare l’intera Europa
  • • Ci siamo fatti superare da Putin che ha proposto i negoziati di pace prima di noi

Un vero e proprio capolavoro strategico, orchestrato da persone che hanno fondato la loro immagine sul pragmatismo e sulla competenza. Ottimo lavoro. Putin è riuscito ad essere più ragionevole di voi.

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L’Unica Democrazia del Medio Oriente Sputa sulle Proposte di Pace, di nuovo
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Il cammino verso potenziali negoziati di pace in Palestina (di cui abbiamo parlato nello scorso episodio) rimane molto lento.

Se Hamas ha accolto con favore il trattato di pace siglato dall’Onu, Israele è ancora martoriato dalle sue divisioni interne, che inevitabilmente ostacolano ogni prospettiva di pace.


Come al solito, la situazione puzza – la proposta dell’Onu sembra la solita legalizzazione dei crimini di guerra. I territori occupati non sono neanche citati, viene sì promesso un piano per la ricostruzione di Gaza ma non ne sono delineate le modalità, e permane una forte ambiguità rispetto al cessate il fuoco. E dove il Diritto Internazionale non è chiaro sulle regole, si sa, vale la legge del più forte, quella dei colonialisti.


Infatti, Israele ha già risposto con una controfferta, che per qualche ragione non vogliono rilasciare pubblicamente.


Hamas, nel frattempo, ha risposto positivamente alla proposta degli Stati Uniti (che, ricordiamo, ha sollecitato proprio a questo scopo), sottolineando però che il progetto rimane incompleto, anche se va nella direzione giusta.

Serve chiarezza su un cessate il fuoco permanente, e l’esercito israeliano deve essere obbligato a ritirarsi unilateralmente: anche perché, sennò, che cazzo di trattato di pace è?


Ovviamente Israele proietta le sue contraddizioni sulla Palestina, e si lamenta che gli emendamenti di Hamas blocchino le trattative di pace.

Nel frattempo, i ministri israeliani minacciano di far crollare il governo in caso di approvazione della trattiva, e si abbandonano in dichiarazioni piuttosto dirette. “Israele non metterà fine alla guerra prima di aver raggiunto tutti i suoi obiettivi di guerra, in primis distruggere le capacità militari e di governo di Hamas”


Insomma, da un lato Hamas è un’organizzazione stremata e forse colta alla sprovvista dalla brutalità di Israele, che è disposta ad uccidere i suoi stessi ostaggi pur di sterminare il popolo palestinese e privare Hamas dell’unico leverage di cui dispone.

Dall’altro, Israele ha impunemente ucciso decine di migliaia di civili, continua a provocare la Siria e l’Iran senza che nessuno batta ciglio, ed è continuamente sull’orlo di una crisi di governo, sventata soltanto perché quando si tratta di sterminare i palestinesi si trovano sempre tutti d’accordo.


Nonostante ciò, per qualche strana magia, i professionisti dell’informazione™ continuano a vedere in Hamas un pericoloso intralcio alla pace e in Israele la vittima perfetta.


Se questo giornalismo giustifica il genocidio, allora noi abbiamo il dovere di mettere concreta pressione alle nostre Istituzioni per sanzionare Israele e costruire dei trattati di pace decenti, in grado di dare al popolo palestinese gli strumenti necessari per autodeterminarsi.

Lə palestinesi resistono con ogni mezzo possibile. Tocca a noi, adesso, raccogliere risultati concreti dalle incessanti mobilitazioni che stiamo portando avanti.

“Proteste
Milei vs Argentina: lo Shock Economico Contemporaneo
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Il Governo Milei sta distruggendo l’economia argentina a colpi di Austerity e Shockterapia sociale. La moneta argentina è stata svalutata a livelli impressionanti al fine di dollarizzare l’intera economia, e i dati fanno rabbrividire: inflazione al 300%, contrazione economica all’8%, povertà salita al 55%, con quella assoluta che tocca vette del 20% e quella infantile che potrebbe arrivare al 70%.


Da grande “anarco-capitalista”, “outsider populista”, candidato “anti-corruzione” e contro la casta, Milei non ha avuto nessun problema a diventare Pinochet appena salito al potere.

Per fortuna, la sua tattica politica lascia a desiderare, e la vera opposizione ha più tempo per riorganizzarsi.

Il pacchetto di misure originale comprendeva 600 articoli, densi di misure economiche draconiane, e ne sono passate solo un terzo dopo forti negoziazioni.

Il risultato rimane però allucinante, specialmente per il popolo argentino, intrappolato dall’Occidente in una crisi permanente da almeno il 2001.


Davanti a questa classe politica, la risposta del Movimento non si è fatta attendere. E, si sa, in America Latina il Movimento non scherza.

È in atto uno sciopero generale da almeno un mese. Un fronte unito di sindacati conflittuali, partiti e organizzazioni politiche intersezionali stanno rispondendo colpo su colpo agli attacchi degli oligarchi. Ci sono stati forti scontri e il conflitto ha toccato vette importanti.

In tutto questo, infatti, giusto per non farsi mancare nulla, Milei sta attaccando brutalmente qualsiasi diritto rivendicato o conquistato dalle soggettività oppresse, in particolare la comunità queer. Come da manuale di estrema destra.


Non è un caso che siano queste le riforme politiche apprezzate da Wall Street, dal Fondo Monetario Internazionale e dagli economisti del MIT. Il brutale progetto di Austerity di Milei paralizza deliberatamente il potere sociale delle classi oppresse e le spezzetta in tanti segmenti sempre più poveri e ultra precari. Il tutto, edificato sopra una crisi di debito costruita artificialmente dallo stesso FMI, che ora applaude alla mattanza sociale di Milei.


Come al solito, i giornalai non imparano nulla dalla storia. Lo dimostrano i disgustosi titoli di alcune testate giornalistiche, che vendono l’austerità come una “medicina amara” ma giusta.


E se il sostegno concreto alle classi oppresse argentine fosse un possibile trampolino di lancio per una nuova forza politica di classe e intersezionale in Europa?

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Terremoto politico in Francia
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All’indomani della vittoria alle europee del RN di Le Pen, Macron ha preso la spiazzante decisione di far cadere il governo e chiamare le elezioni anticipate.

Questa mossa ha fatto precipitare nel terremoto politico un Parlamento decisamente anomalo per il panorama europeo.


La Francia è – ormai da anni – è l’esempio più lampante delle nuove alleanze politiche tra le varie classi sociali. La sua composizione parlamentare è tripolare e quasi perfetta da un punto di vista di equilibri. Le scorse elezioni hanno visto i tre poli quasi equivalersi. Macron, che guida il centro, è uscito spesso in difficoltà al vaglio del voto.


Le alleanze sociali sono molto esplicite.

Il centro è l’espressione del vecchio ceto ricco e dell’imprenditoria sempre ricca ma relativamente giovane.

L’estrema destra, invece, è uno mostro strano, figlio dall’alleanza tra la piccola borghesia, il ceto medio impoverito, la classe lavoratrice prossima alla pensione e i vecchi della classe medio-bassa.

Infine, la sinistra – a volte più radicale, a volte più moderata – vede un’alleanza intermittente tra il precariato giovane e migrante, la popolazione disoccupata e le comunità più marginalizzate.


È indubbio che la sinistra francese abbia rappresentato l’avanguardia europea dell’ultimo decennio. Nella legislatura appena passata, l’alleanza di sinistra (larga ma non troppo) era la prima forza di opposizione, con dei rapporti di potere sbilanciati verso sinistra piuttosto che verso il centro.

Ma, soprattutto, la base politica di sindacati, collettivi di fabbrica, comitati delle banlieue e organizzazioni intersezionali è stata in grado di paralizzare l’intera economia per tutto il 2023.


Il grande equilibrio tra lotta dal basso e leverage politico istituzionale ha reso la sinistra francese una forza politica interessante, da analizzare a fondo.

La politica, però, rimane una guerra brutale. Nonostante una lotta incessante, la sinistra francese oggi si trova più in difficoltà: i rapporti di forza si sono riequilibrati a favore dei socialisti, la fazione politica più moderata.


Nel frattempo, il RN di Le Pen galoppa in testa ai sondaggi, forte della sua base politica consolidata e fedele tra le elité più reazionarie.

Il centro, invece, è diventato l’ombra di sé stesso, diviso tra un Macron sempre meno popolare e un Partito Repubblicano invischiato in una surreale voragine politica autoinflitta.


La crisi di governo è un’altra prova che Macron si trova meglio con l’estrema destra che con la sinistra radicale. Quando i rapporti di forza erano a favore della sinistra e continui scioperi generali bloccavano le grandi città, Macron ha deliberatamente scavalcato il Parlamento per far passare una riforma delle pensioni assolutamente impopolare.

Appena è la destra invece che si affaccia verso il palazzo del potere, il centro guarda caso “lascia spazio alla democrazia”, da bravo alleato del fascismo.


A sinistra, invece, la parte più radicale si è dovuta sporcare le mani per costruire il Nuovo Fronte Popolare, che purtroppo nasce in mezzo a diverse contraddizioni. Sono state fatte, sì, diverse concessioni al centro (soprattutto sulla geopolitica) ma il programma rimane comunque ambizioso e non si distacca particolarmente da quello della NUPES (il cui equilibrio politico però era decisamente più a sinistra).


È questo dunque il vero “argine alle destre”, il massimo che si poteva fare dopo due anni di lotta serrata da cui il Movimento francese è uscito indebolito (ma neanche troppo). Nonostante i rapporti di forza siano sfavorevoli, se ci dicessero che è possibile costruire un Nuovo Fronte Popolare italiano, analogo alla situazione francese, noi firmeremmo senza problemi.


Il Movimento deve tornare a sporcarsi le mani e prendere esempio dalla sinistra francese, che è riuscita a sintetizzare bene il delicato equilibrio tra lotta dal basso e conquiste istituzionali.

Se non riusciamo a spostare la politica istituzionale il più a sinistra possibile, continueremo ad essere semplicemente il Movimento del “te l’avevo detto” invece di diventare la forza politica che abolisce lo stato presente delle cose.

Why is it trending?

Perché stiamo ancora parlando di questo?

“Rissa
Una giornata di disagio
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C’è stata una rissa in Parlamento. Purtroppo nessun ferito.

Il 13 giugno – solita giornata di merda per il resto di noi – è stato un giorno surreale per l’élite politica italiana.

Oltre il semplice disagio, risulta chiaro che c’è qualcosina che non va nelle nostre istituzioni, e forse stavolta siamo ad un punto di non ritorno.


In un solo giorno, il vicesegretario della Lega ha affermato che fare il segno della Decima Mas è meglio che cantare Bella Ciao; a questo punto Bella Ciao – la canzone più moderata di quelle uscite dai partigiani – è stata accusata di inneggiare al comunismo(?); infine i parlamentari si sono scannati in aula sull’Autonomia Differenziata, una riforma che spalancherebbe le porte a delle privatizzazioni che in realtà anche l’opposizione (tranne alcune fazioni dei 5 Stelle) ha sempre appoggiato.


L’apice del cringe si è raggiunto quando la proposta è passata. L’opposizione ha sventolato “per protesta” il tricolore, ma inconsapevolmente lo ha fatto al contrario contrario, in un gesto che è risultato involontariamente punk.


In tutto questo, da una parte la maggioranza piange perché l’opposizione “comunista” anti-Italia ha sventolato il tricolore; dall’altra, invece, l’opposizione si lamenta della rissa, cadendo ancora una volta nella trappola della destra, che vuole farli sembrare deboli e troppo impegnati nella “civil politics”.


Anche oggi, in Parlamento si combatte la guerra tra falliti, e la destra continua indisturbata a normalizzare il fascismo.

Complimenti a tutta quella parte dell’èlite che si autodefinisce antifascista, e che non solo non è in grado di fare niente di pratico, ma addirittura è d’intralcio per chi, come noi, il fascismo lo combatte da sempre.

G7
G7: la solita pagliacciata
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Il Governo Meloni continua a cercare nelle grandi plutocrazie la validazione familiare che probabilmente non ha mai ricevuto. Se in campagna elettorale sferra sempre “durissimi” attacchi alle grandi potenze mondiali, appena le danno un filo di potere non ha più niente da dire, e improvvisamente tutti vanno d’amore e d’accordo.


Come al solito, questo G7 è stato in linea con la politica low-cost degli ultimi anni, funzionando ancora una volta più come una marchetta elettorale che come un effettivo luogo decisionale – e forse è addirittura meglio così.

Meglio un G7 spot elettorale che un G7 in grado di prendere decisioni sulle Nazioni che ha personalmente sfruttato e impoverito.


La campagna elettorale ci è andata giù pesante da ogni direzione: Macron si è messo a piangere perchè non hanno parlato del tema dell’aborto, come se gliene fregasse davvero qualcosa dei diritti delle donne; Sholz ci ha tenuto a rimarcare la sua distanza dalle politiche della Meloni (lui infatti le spese militari le vuole ancora più in alto). Biden, invece, è stato così impegnato nel legalizzare gli insediamenti israeliani che al G7 non è riuscito a far niente di significativo.


Il documento uscito fuori da questo G7 è penoso: si continua a tenere una linea non diplomatica con Putin, proprio dopo che ha proposto il primo trattato di pace (a riprova che un dittatore come lui è comunque meno guerrafondaio dell’Occidente); si accetta l’ennesimo piano di sviluppo neocoloniale in Africa; si accenna ai diritti LGBT senza mai parlare di soluzioni concrete; infine, si parla a vuoto di migrazione, senza mai citare la criminalizzazione delle vite dellə migrantə.


Come se non bastasse, il G7 continua a sputare merda su Hamas e sul popolo palestinese che, ricordiamo, ha già accettato degli accordi di pace, e si è semplicemente limitato ad aggiungere degli emendamenti assolutamente fondamentali per raggiungere un vero accordo di pace.


Ogni G7 ci lascia con la stessa domanda: se queste persone dovessero, per pura coincidenza, sprofondare in un sonno eterno, cosa potremmo fare se non stappare lo champagne e brindare in festa?

Il Papa.
Il Papa che Parla di Intelligenza Artificiale
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Quand’è che è diventato normale che una delle Istituzioni più reazionarie di sempre si metta a parlare di dilemmi etico-scientifici? Ancora una volta, il G7 si rivela l’ennesima pagliacciata, utilizzata puramente come marchetta elettorale delle varie nazioni che ne fanno parte.


L’Intelligenza Artificiale è un tema spinoso. Ad oggi, il Movimento sta (comprensibilmente) dedicando poche energie a questo argomento, ma se non sintetizziamo una posizione chiara e strategica nel medio periodo rischiamo di arrivare in ritardo.

Per ora, però, possiamo tranquillamente constatare che nessuna forza politica ne sa un cazzo e stanno un po’ tutti sparando a vuoto: in primis chiamando il Papa(!) a parlarne ad un G7.


Il discorso sull’Intelligenza Artificiale – per come al momento lo conosciamo – non ha senso: o sei una persona moderna senza scrupoli che venderebbe anche sua figlia per avere accesso all’ultima tecnologia automatizzata, oppure sei un vecchio cavernicolo che preannuncia la fine dell’umanità.


Intanto, continuiamo a vivere in una distopia dove gli esseri umani fanno lavori estenuanti, mentre le Intelligenze Artificiali si improvvisano artisti e si svagano al posto nostro. I grandi risultati del sistema migliore™ mai creato dall’umanità.

La distopia colpisce ancora

Non c'aspettavamo nulla, però porco d-

Composizione delle Europee oggi e quattro anni fa. Le due immagini sono quasi identiche..
Come sono andate le Europee?
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Non è facile fare delle valutazioni sulle elezioni europee. Da una parte, finché il Movimento si rifiuta di costruire un leverage anche nelle Istituzioni, ogni elezione è una sconfitta annunciata. Dall’altra, il disinteresse e l’immobilismo europeo giocano quasi a nostro favore.


C’è da dire sicuramente che, praticamente dappertutto, ha vinto l’astensionismo, in linea con un trend che va avanti da anni. Un bene? Chi lo sa. Si sa, sì, che i giovani non votano e quando lo fanno scelgono il centro-sinistra. Ma nel 49% di persone in tutta Europa che non hanno votato, siamo veramente sicurə di trovare così tanti compagnə che non si sentivano rappresentate perché “troppo a sinistra”? O forse la maggior parte degli astenuti attaccherebbero da destra l’Europa?


L’estrema destra ha sprecato una grossa occasione: nonostante tutto l'exploit, i rapporti di forza non sono cambiati particolarmente.

Certo, accogliamo positivamente il crollo del centro – in primis Renew Europe – ma sappiamo anche che forse è crollato per i motivi sbagliati (gli stessi che hanno affossato i Verdi).


Purtroppo, siamo nel bel mezzo di un limbo e possiamo solo sperare nell’inefficienza delle altre forze politiche. Questo è ciò che succede quando i vuoti politici non vengono riempiti da progetti di Movimento ampi e convincenti.

Abbiamo 4 anni per costruire un nuova programma di sinistra radicale e costruire una delegazione politica anche in Unione Europea. Non possiamo lasciare che questo buco rimanga scoperto; altrimenti, l’estrema destra potrebbe effettivamente governare da sola anche in Europa.

Un ragazzo della giovanile di Fratelli d’Italia fa il saluto romano.
La giovanile di Fratelli d’Italia è esattamente come ce la aspettavamo
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Ha fatto fin troppo poco scalpore il blitz di Fanpage sulle giovanili dell’estrema destra – imbevute di fascismo e neonazismo ad intermittenza, a seconda di chi guarda.

Certo, non si può dire che la notizia ci prenda di sorpresa. D’altronde, se anche la giovanile del Pd prova a fare la sinistra radicale (per poi essere prontamente cacciata da ogni mobilitazione dal Movimento), cosa potevamo aspettarci dalla giovanile di Fratelli d’Italia?


Gioventù Nazionale è la giovanile fascista per eccellenza: un gruppo di “ribelli” col culo parato dal partito, dalle corsie preferenziali concesse dallo Stato e dagli scudi degli sbirri.

I media dovrebbero accogliere questa notizia come una manna dal cielo: finalmente, non ci sarà più bisogno di faticare ogni volta che si parla di fascismo nell’estrema destra.

E se però non fosse così? Siamo davvero sicurə che un servizio del genere – che dovrebbe legittimamente creare un terremoto politico in qualsiasi partito – faccia davvero effetto?


La realtà è che la nuova estetica del (neo)fascismo non fa paura perché la nostra memoria storica non prende il fascismo sul serio. Un saluto romano non allontana nessun simpatizzante di Fratelli d’Italia.

Anzi, forse questa esternazione così diretta rischierarà di normalizzare il fascismo, e contribuirà ad attrarre al partito persone di destra ancora “moderate” – i soliti fascisti inconsapevoli.


C’è anche da dire (sì, ce ne vergogniamo un po’) che la capacità di Fanpage di infiltrarsi in questi giri neonazisti è da sottolineare, e noi non possiamo che prendere appunti e fare alla redazione i nostri complimenti. Non è sicuramente un lavoro facile, e abbiamo molto da imparare.


Al tempo stesso, riportare questi fenomeni non è abbastanza. Anzi– nel totale appiattimento della coscienza politica collettiva, rischia di diventare un’arma a doppio taglio.

Se vogliamo allontanare le persone da questo contesto, il Movimento deve essere in grado di catturare le preoccupazioni urgenti delle persone, politicizzarle e incanalarle in strutture accessibili e di larga scala. Dobbiamo partire da quello che abbiamo e ripensare radicalmente il nostro modo di fare politica.

Avete visto quanto poco ci ha messo la giornalista di Fanpage a fare militanza politica con successo in Gioventù Nazionale?


Forse, è il momento di sviluppare strategie e tattiche nuove, e riempire un vuoto politico che altrimenti rischia di marcire completamente. Che se poi giochiamo nel marcio, si sa, è l’estrema destra a dominare la partita.

Ilaria Salis e la bara di Berlusconi si scontrano in un duello.
La dissonanza cognitiva della destra: Ilaria Salis vs Berlusconi
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Se siete masochistə come noi e seguite sui social anche pagine di destra, vi sarete accorti che un paio di giorni fa c’è stato un glitch nella simulazione.

Nello stesso momento in cui si attaccava Ilaria Salis per aver (forse) schiaffeggiato dei nazisti, gli stessi giornalai dell’estrema destra hanno tenuto a ricordarci l'anniversario della morte di Berlusconi, il grande uomo di successo, “statista” e “visionario”.


La dissonanza cognitiva della destra sta prendendo una piega allucinante: hanno manipolato la realtà a proprio piacimento così tanto che sono arrivati a potersi permettere di dire fondamentalmente qualsiasi cosa.

Non è però un caso che abbiano preso proprio Salis come esca dei loro attacchi. La destra sta mandando un messaggio molto importante. Se sei uno stupratore, che scopa con minorenni, evade il fisco, ha intensi rapporti con capi mafiosi e conflitti di interesse col suo impero economico allora magicamente sei innocente fino a prova contraria, anzi proprio innocente a vita.Se invece se sei stata incatenata da un tribunale per mesi e hai rischiato ben 22 anni di carcere per una cosa che a malapena si qualifica come reato (picchiare neonazisti), sei una pericolosissima “galeotta” e vai immediatamente fermata.


Ci fa sempre piacere vedere questi giornalai piangere, ma è anche vero che la presa della destra sull’egemonia culturale inizia a diventare preoccupante. Uscite come queste sono anche una dimostrazione di forza, che ci parlano di una forma di potere fondamentale al giorno d’oggi: la manipolazione della realtà attraverso la sua narrazione mediatica.

Su questo, la destra è anni luce avanti a noi ed è il caso di iniziare a prendere esempio. Una linea mediatica totalmente difensiva non funzionerà mai.

What the fuck?

Che dire, a volte certe notizie ti lasciano senza parole.

Manifestazione pro-Palestina al Politecnico di Torino: un addetto alla sicurezza fa il saluto romano e la polizia carica gli studenti.
I Nazi della Security del Poli di Torino
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Il Politecnico di Torino ha schierato la sua security privata contro l’Intifada Studentesca. In una società sensata, questa frase non dovrebbe essere di senso compiuto.

Com’è possibile che i luoghi del sapere siano agenti passivi davanti a tagli dei fondi e a parziali privatizzazioni, e soggetti incredibilmente scattanti quando lə studentə protestano?


Come se non bastasse, un fenomeno della security ha pensato bene di fare il saluto romano per “provocare” lə studentə. Ripetiamo: un pelato, probabilmente sulla cinquantina, ha deciso di sfogare la frustrazione del suo lavoro di merda facendo il saluto nazifascista di fronte a persone che stanno protestando con i loro corpi contro un genocidio.


Questa, forse ancora più della Giovanile di FdI, è la vera rappresentazione del fascismo: un finto ribellismo di chi sa benissimo di avere le spalle coperte dal potere e il culo parato dagli sbirri.


Che strano che tutti questi “casi” di esplicito fascismo spuntino fuori proprio durante il governo Meloni. Una coincidenza totalmente inaspettata.

Good ending

Perché succedono anche cose belle

Renzi e Calenda
Renzi e Calenda non Superano la Soglia
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Se c’è qualcosa di più cringe del finto antieuropeismo di estrema destra, sono gli Stati Uniti d’Europa.

Il centro ed estrema destra sono uniti dal fervente desiderio di privatizzare tutto lo Stato Sociale. Questo, lo sappiamo.

Un conto, però, è l’estrema destra che prima di privatizzare tua nonna vuole farti uscire dall’euro. Per opporsi ad un tentativo del genere è necessario lottare a livello nazionale. Un altro, invece, è se i liberali riescono con successo a privatizzarti la famiglia tramite un’Istituzione a Bruxelles.


Per fortuna, forse questo progetto politico puzzava troppo a tutti, e Renew Europe (la forza politica europea più elitaria di sempre) è collassata su sé stessa.


Ma la vera buona notizia è che per una volta i responsabili di questo meraviglioso sfacelo sono italiani. Anzi, sono addirittura le personalità più tristi e ridicole della nostra Repubblica: Renzi e Calenda.

Entrambe le loro forze politiche, infatti, non hanno superato la soglia per un misero 0.5%. E noi godiamo tantissimo.

Intel
Intel Interrompe relazioni con Israele
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Questa è sicuramente una vittoria importantissima. A nostro parere, si tratta della campagna di boicottaggio che ha provocato con successo i maggiori danni in un brevissimo lasso di tempo.


Il movimento BDS ha lanciato il boicottaggio organizzato contro Intel a marzo, e in questi 3 mesi è stato abbandonato un progetto che avrebbe fruttato dai 15 ai 25 miliardi di dollari.


Probabilmente questo è il più grande successo di boicottaggio economico in tempi recenti. Ora serve solo una maggiore coordinazione internazionale e spingere per implementare delle sanzioni concrete direttamente contro lo Stato di Israele.

Ilaria Salis Libera
Salis Libera
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Ilaria Salis è ufficialmente libera, e questa è l’unica cosa che conta – indipendentemente da ciò che verrà dopo e dalle modalità con cui l’operazione è riuscita. È una vittoria per l’antifascismo ed una sconfitta per il Governo.


Come al solito, la destra ha dimostrato una svergognata brutalità, e una totale ipocrisia rispetto al loro famoso nazionalismo.

Se gli italiani carcerati sono due marinai che sparano a dei pescatori indiani è una vergogna, ma se è una ragazza che (forse) ha menato 3 nazisti a nessuno interessa liberarla


Salis libera è una sconfitta anche per il governo fascista di Orban, che aveva cercato proprio su questo tema di forzare la mano ai pochi contrappesi antifascisti dell’Unione Europea, per una volta fallendo miseramente.

Addirittura, l’infame del giudice si è permesso di rivelare pubblicamente il luogo in cui Salis avrebbe speso i domiciliari.


Ricordiamo che il nostro governo era disposto ad abbandonare una connazionale incatenata e a rischio di più di vent’anni di galera, pur di stare dalla parte dei nazisti. Tra l’altro poi nazisti ungheresi….


Questa vittoria ci rivela che in questo momento basta poco per raggiungere delle piccole vittorie. Anche solo un’alleanza moderata con un pizzico di azzardo strategico ha ottenuto una vittoria che ha dato momentum alla sinistra istituzionale.