Copertina del libro Tutta Intera

TUTTA INTERA

Espérance Hakuzwimana


ANNO DI USCITA: 2022

NUMERO DI PAGINE: 216

LEGGI IL LIBRO: X


PUNTEGGIO

FRESCHEZZA

Al livello globale, l’esperienza che Espérance Hakuzwimana ci propone non è completamente nuova, per quanto non goda di particolare attenzione mediatica. In Italia, però, è più unico che raro trovare un libro simile sugli scaffali delle nostre librerie. Tutta Intera è una testimonianza preziosa, che racconta con vulnerabilità e accuratezza l’esperienza di un’italiana nera cresciuta in una famiglia bianca.


ANALISI

Il romanzo è scritto in prima persona, ed è dunque filtrato dalla nuda emotività della sua protagonista. Le implicazioni politiche e sociali che emergono da questa prospettiva sono comunque realistiche, puntuali e ponderate.


STILE

Lo stile di Hakuzwimana è delicato e commovente. La prima persona eleva la semplicità della voce narrante, e tocca inevitabilmente il cuore di chi legge.

Che ruolo ha la politica nell’identità delle persone? Cosa succede quando ci guardiamo allo specchio? Come facciamo a riconoscerci? C’è un solo modo per farlo?


La protagonista di Tutta Intera, Sara, è la figlia adottiva di due genitori amorevoli e rispettosi. Il suo mondo è semplice ma ristretto, filtrato da sempre attraverso una manciata di punti di riferimento. Sara è nera, ed è stata lasciata fondamentalmente sola nel dar senso a questa sua identità, apparentemente incondivisa e incondivisibile.


Da adulta, Sara va ad insegnare Italiano in un quartiere popolare, e si trova per la prima volta circondata da persone che le assomigliano. I suoi studenti sono degli adolescenti “di seconda generazione”, in maggioranza neri come lei, ma si muovono nello spazio secondo tutt’altre regole.

È nel confronto con questi ragazzi che Sara mette in discussione il suo riflesso, e comincia a ricomporre il puzzle della sua vita.


Tutta intera è un romanzo delicato, pieno di buone intenzioni e cattive strategie. Per Sara, l’identità è un fatto personale e comunitario, pratico e storico, intimo e infine politico. La storia è scritta in prima persona, e ripercorre le scelte della sua protagonista, tra gioie e dolori, traumi mai nominati ad alta voce e domande senza risposta.


Le sue parole ci accompagnano in un percorso ricco di spunti interessanti, dove ogni elemento cambia valore a seconda del suo contesto – qualche volta non basta l’amore per sentirsi a casa, qualche volta ti ritrovi ad aver paura di una persona a cui vuoi bene, e scopri che la sua professione (poliziotto) (o ‘sbirro’, in base a chi chiedi) ha più peso di quanto ti aspettassi.


Espérance Hakuzwimana ha scritto un libro diretto, semplice come un segreto. Alla fine dei ringraziamenti, l’autrice – anche lei una donna nera adottata da italiani bianchi – scrive: Questo libro è su di noi e per noi. Finalmente.


Purtroppo, è raro che chi sa di cosa sta parlando abbia l’opportunità di scrivere e pubblicare. Specialmente in Italia, specialmente quando si tratta di esperienze afrodiscendenti. Questa riflessione aperta e ponderata è una gemma preziosa, e speriamo che sia solo la prima di una lunga serie.