06/06/2024

Degli Spettri Si Aggirano
Per Le Europee

Delle Brevi Considerazioni prima delle elezioni
europarlamentari più noiose e disgustose di sempre

06/06/2024

Degli Spettri Si Aggirano Per Le Europee

Delle Brevi Considerazioni prima delle elezioni europarlamentari più noiose e disgustose di sempre


Tempo di lettura: 7 minuti

Perché dovrebbe importarci qualcosa delle Europee? Questa è sicuramente una domanda molto legittima. (Quasi) nessun gruppo di persone comuni è particolarmente coinvolto nelle decisioni che prende l’Unione Europea.

Addirittura si fa fatica a capire se i suoi processi decisionali siano davvero democratici anche solo per gli standard (molto bassi) della “democrazia” liberale.


Diciamocelo apertamente, l’Unione Europea viene spesso descritta come una mamma severa ma genuinamente preoccupata dei suoi figli (i singoli Stati). È pronta a punirci se non rispettiamo le sue regole ed è disposta a darci i soldi che ci servono solo se sappiamo spenderli “senza sprechi”. Al tempo stesso, non esplicita mai chiaramente né quali siano le sue regole, né la sua definizione di “spreco”.


Questi parametri oscuri e apparentemente inattaccabili determinano la qualità della nostra vita. Giusto per fare qualche esempio, dall’Unione Europea dipendono:


  • Il costo del nostro debito
  • La quantità di risorse che ogni Stato membro può spendere nell’assistenza sociale (Spesa in deficit)
  • Le limitazioni che i Grandi Colossi™ dell’economia incontrano quando inquinano la nostra aria, sfruttano il nostro lavoro ed evadono di tasse
  • L’intera stabilità economica di uno Stato Membro (Se non ci credete serve un ripasso sulla Crisi del debito della Grecia)

Da lontano, l’oscurità che tormenta la nostra madre severa ci sembra inattaccabile e inconoscibile.


L’Unione Europea ha nelle mani degli strumenti fondamentali. Se è effettivamente in grado di controllare il costo del debito (attraverso i tassi di interesse), come mai non usa mai questo potere per ridurre i profitti delle banche e disincentivare la speculazione finanziaria? Se la spesa sociale dipende interamente da lei, perché non sta costruendo un nuovo welfare europeo? Se ha l’ultima parola sulle limitazioni delle grandi Multinazionali, perché non redistribuisce le loro ricchezze e limita le loro emissioni una volta per tutte?


Se il progetto che abbiamo appena delineato vi sembra una visione utopica e infantile della politica, non è un problema nostro.

Guardate l’Unione Europea più da vicino, lasciate che gli spettri che la infestano mostrino il loro vero volto, e vi renderete conto che non c’è niente di utopico nell’organizzare una vita migliore per tuttə. Semplicemente, l’Unione Europea ha altre priorità.


Dopo la Seconda Guerra Mondiale, interconnettere le economie e le istituzioni degli Stati europei sembrava impossibile. Il progetto ha funzionato solo perché l’Europa si è scelta un obiettivo conveniente: unire tanti Stati coloniali in un’unica superpotenza imperialista.


È da qui che nascono gli spettri. È tutt’oggi in nome di quell'obiettivo che l’Unione Europea prende le sue scelte e non è mai dissuasa dai suoi ripetuti fallimenti.


Tramite questa prospettiva, le politiche di land-grabbing che l’UE ha direttamente costruito ed alimentato assumono un chiaro senso, e lo stesso vale per le politiche di Austerity implementate dai vari Stati membri.


Gli spettri dell’Unione Europea sono parte integrante della sua essenza, sono i figli diretti di un progetto politico liberista e coloniale, che è da sempre destinato a fallire.


Insomma, parlare di europee è solo una scusa. Ora come ora, il voto è uno strumento totalmente inutile, ma può essere molto utile indagare le specificità e i rapporti di forza dei vari gruppi europarlamentari.


Gli europarlamentari si dividono tendenzialmente in tre gruppi diversi:


  • Ricchi liberali centristi, che credono che la giusta tecnica sia la risposta a tutti i nostri mali. Guarda caso, per loro andrà sempre “tutto bene”, a patto di continuare a riempire di potere i tecnocrati a cui fanno riferimento
  • I democratici di centro-sinistra, della classe media professionista-manageriale, che fondamentalmente non credono in nulla se non nel conservare lo status quo, qualsiasi forma esso assuma
  • L’estrema destra neofascista, piccolo-borghese, che raccoglie parte del malumore popolare e lo dirotta contro le persone più marginalizzate

Nessuna di queste persone ha intenzione di toccare davvero temi scomodi – come la riluttanza ad istituire un welfare comune, la complicità nel genocidio del popolo palestinese, e l’incredibile potere che viene continuamente concesso alle Multinazionali – ed è impossibile liberarci di questo spettro senza rivoluzionare fin dalla radice il programma dell’Unione Europea.

Sul tema, è illuminante la posizione dell’economista Yanis Varoufakis, che durante un’intervista ha affermato (parafrasando): “se l’Unione Europea non esistesse e mi dicessero di firmare per crearla nell’esatto modo in cui esiste oggi, sarebbe un crimine prendere la penna in mano”.


Se c’è un grande assente in questo momento è proprio la sinistra radicale, l'unica potenzialmente in grado di portare avanti una narrazione efficace.


Ora come ora, uscire dall’Unione Europea sarebbe un suicidio politico. Chi governa i singoli Stati ha completamente interiorizzato le politiche di Austerity, che dunque non sparirebbero magicamente nel nulla. Al tempo stesso, i governi più nazionalisti coglierebbero l’occasione per cancellare immediatamente tutto il lavoro che è stato fatto per tenere aperti i confini almeno all’interno dell’Europa.

Verrebbero edificate nuove barriere e politiche distopiche, e perderemmo l’unico potenziale emancipatorio dell’Europa per cui in passato anche i movimenti operai avevano duramente lottato.


Eppure al tempo stesso rimanere dentro questa Ue, come abbiamo visto, è un crimine.


C’è una ragione se l’Unione Europea spende il suo tempo a filmare video strappalacrime per convincerci a votare in nome di una fantomatica libertà – non importa chi votiamo, perché ogni alternativa disponibile è completamente allineata con lo status quo.


Senza un Movimento forte che mantenga alta la pressione contro le istituzioni europee, l’Ue continuerà a reprimere sempre di più le sue politiche progressiste e ad intensificare i suoi progetti reazionari e bellici.


Abbiamo urgente bisogno di costruire un’alternativa e una strategia per ri-programmare le istituzioni europee verso politiche di benessere collettivo interno e di restituzione dei debiti nei confronti del Sud Globale.


Se non lo facciamo noi, nessuno lo farà al posto nostro.