Copertina del film Sorry to Bother You

SORRY TO
BOTHER YOU

AUTORE: Directed by Boots Riley


ANNO DI USCITA: 2018

DURATA: 1h 51m

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PUNTEGGIO

FRESCHEZZA

È quasi impossibile trovare un film paragonabile a Sorry to bother you. Abbiamo disperatamente bisogno di storie entusiasmanti, dove la lotta di classe brilla in tutte le sue contraddizioni.


ANALISI

La storia è sostanzialmente una metafora, e in primo luogo è interessata a ipnotizzare lo spettatore. Lo spunto che ci propone non è particolarmente elaborato, ma è sicuramente uno spunto convincente. Rioting is Good, Corporate Culture is Bad. Come non essere d’accordo.


STILE

Sorry to Bother you è un film audace, surreale e carismatico. È divertente e spiazzante, sorprendente e arguto, e mantiene alta l’attenzione di chi guarda dal primo secondo fino all’ultima scena.

Guardare Sorry to bother you vuol dire essere travoltə da un’inarrestabile ondata di surrealismo, trascinatə senza esitazione in una lotta di classe brutale che fa da parodia al soffocante razzismo degli ambienti corporate.


Il film del 2018 – diretto da Boots Riley – racconta la storia di un gruppo di giovani lavoratorə. Cassius “Cash” Clay, Squeeze e Sal lavorano nel Call Center alla ReagalView, mentre Detroit, fidanzata con Cash, è un’attivista eclettica nel mondo dell’arte.


Il ritmo della pellicola è inarrestabile. La trama scorre come un flusso di coscienza a malapena elaborato, e diversi layer di surrealismo si sovrappongono uno dietro l’altro per (quasi) due ore di fila.


La storia si evolve nell’intricato braccio di ferro tra lə lavoratorə dei call center e la Mega-Multinazionale alle spalle della ReagalView, la WorryFree Corp, che pian piano evolve nella scoperta di progetti distopici ai vertici di questo conglomerato.


Il film esemplifica le tattiche utilizzate dal management per dividere chi sciopera con una semplicità ed un’immediatezza invidiabili. I privilegi acquisiti scalando le gerarchie aziendali hanno delle chiare conseguenze, e la narrazione mediatica risulta ridicola, frutto dell’inutile spettacolarizzazione di vicende importanti e delicate.


Nonostante tutto, però, questa storia è piena di soddisfazioni.

Sorry to bother you riesce riesce a celebrare lə militanti che portano avanti la lotta di classe senza mai risultare pedante o moralista; il sindacato è conflittuale in modo aperto e non-apologetico; ma, soprattutto, la goduria raggiunge il picco nell’ultimissima scena (che però non possiamo spoilerare).


In breve: si può parlare di temi importanti anche attraverso opere leggere, catartiche e over the top. Basta essere dalla parte giusta della lotta di classe.