Copertina di Prostitute in Rivolta

REVOLTING
PROSTITUTES

Molly Smith, Juno Mac


ANNO DI USCITA: 2018

NUMERO DI PAGINE: 390

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PUNTEGGIO

ACCESSIBILITÀ

Il libro è chiaro e scorrevole, ma (anche solo in termini di lunghezza) non è sicuramente pensato come un testo introduttivo. Piuttosto, va letto proprio nell’ottica di approfondire un tema conosciuto superficialmente.


FRESCHEZZA

Prostitute in Rivolta è sostanzialmente una raccolta di idee sul sex-work, nel contesto di un framework materialista. Non è un libro particolarmente innovativo, ma rimane un progetto inedito.


ANALISI

Il libro ha il grande merito di aver raccolto in unico framework le esperienze delle lavoratrici sessuali. Il sex work è affrontato come un problema di diritti ed emancipazione del lavoro, risolvibile solo attraverso la lotta di classe.


STILE

Lo stile del libro è particolarmente brillante. Critiche taglienti e ironiche sono accompagnate da paragrafi estremamente scorrevoli che testimoniano con scioltezza la vita pratica delle sex worker.

Prostitute in Rivolta è un’analisi materialista, storica e puntuale delle condizioni di lavoro nell’industria del sesso.

Il libro è scritto da due sex worker femministe britanniche – Juno Mac e Molly Smith. Le due autrici partono da una posizione nettamente anticapitalista, e trattano la cosidetta “prostituzione” come una semplice subcategoria della classe lavoratrice.


Il libro si apre con una constatazione: le sex worker sono dappertutto.

Il sex work è un lavoro molto accessibile anche per chi vive in condizioni estremamente marginalizzate; anzi, è forse il lavoro più accessibile, nel bene e nel male, perché richiede semplicemente l’utilizzo del proprio corpo.


La storia del lavoro sessuale è legata a doppio filo con il patriarcato, le frontiere, le leggi antidroga, e le politiche di welfare – ma, d’altra parte, potremmo dire lo stesso per tante altre professioni. Il sex work è un caso particolare perché non viene riconosciuto come lavoro.


Sia da destra che da sinistra, c’è chi ritiene che il sex work sia intrinsecamente umiliante, e di conseguenza non possa essere considerato un "lavoro".

La realtà, ci dicono le autrici, è che il lavoro non è un concetto nobile, il lavoro non è bello. Esattamente come nel caso del lavoro di cura domestico, il sex work è un frutto del capitalismo che può essere rifiutato soltanto in quanto lavoro.


Chi pratica sex work è spesso una persona marginalizzata (razzializzata, migrante, transgender, disabile…) che cerca di sopravvivere in una zona d’ombra pericolossisima, il più delle volte apertamente criminalizzata.

La priorità politica dovrebbe essere semplificare praticamente la vita delle sex worker, costruendo strumenti istituzionali ed economici appropriati.


Nel corso del libro, le autrici esaminano cinque modelli giuridici contemporanei, che vanno dalla criminalizzazione totale alla depenalizzazione. Ogni capitolo si incentra su un modello diverso, ne rifà la storia e ne analizza le conseguenze pratiche, mantenendo una costante ammirazione nei confronti del movimento politico delle sex worker.


Prostitute in Rivolta è un libro lucido ed esaustivo, che procede con chiarezza e pone da subito delle basi solide e di ampio respiro. La traduzione italiana è seguita dalla postfazione di Ombre Rosse, un collettivo di sex worker sul territorio.