I Saw The TV Glow.

I SAW THE TV GLOW

Diretto da Jane Schoenbrun


ANNO DI USCITA: 2024

DURATA DEL FILM: 1H 40M

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PUNTEGGIO

FRESCHEZZA

La concezione del coming out come percorso doloroso non è nuova, ma la lente attraverso cui la storia è stata filtrata risulta fresca e innovativa.


ACCURATEZZA

L’accuratezza dell’esperienza raccontata è forse il punto più forte del film. Anche quando il senso di una scena ci confonde, anche quando non abbiamo gli elementi per identificarci con lə protagonista della storia, è evidente che il prodotto finale sia il risultato di una riflessione nuda, vulnerabile proprio perché profondamente vera.


STILE

Lo stile del film è brillante, e riesce nel difficile compito di tradurre su uno schermo delle emozioni profondamente inconsce ed incredibilmente complesse. Detto questo, rimane uno stile molto particolare, e riconosciamo che ad una parte del pubblico possa risultare poco chiaro.

Che tipo di storie vale la pena raccontare, nel bel mezzo della Sesta Estinzione di Massa?


È difficile orientarsi in un panorama mediatico che risponde alle logiche di profitto. Le esperienze marginalizzate vengono costantemente filtrate da un mercato insaziabile, che ricerca il nostro consenso solo per venderci un biglietto al cinema o un abbonamento ad un servizio streaming.


I saw the tv glow è un film più unico che raro, che è riuscito a sfondare i canoni imposti dall’industria cinematografica. Viscerale nella rappresentazione di un’emotività straziante, onesto nel descrivere le immense difficoltà dell’esperienza trans, il film racconta una tragedia senza mai liquidare le speranze per un mondo migliore.


La storia procede per eventi allegorici, a tratti in modo deliberatamente lento e disordinato. La trama stessa è inestricabile dallo stile surreale e horror che filtra ogni singola scena. Basti sapere questo — lə registə hanno scritto un film sull’agonia di scendere a patti con la propria identità trans; lə protagonistə del film (interpretatə da Justice Smith) attraversa un’adolescenza spenta, segnata dalla solitudine, e si ritrova a dover affrontare un malessere mai nominato ad alta voce, che lə coglie totalmente impreparatə.


Il percorso risulta profondamente traumatico, ma, al contempo, è l'unica alternativa praticabile. Fare coming out - prima di tutto con se stessi - é difficilissimo e doloroso, ma fondamentale necessario. Il film ha catturato l’attenzione dell’audience trans perché è catartico avere l’opportunità di guardarsi allo specchio. Il nostro volto è affaticato e stanco, lo specchio è scheggiato e sporco, eppure c’è ancora tempo per costruirsi un domani.


La realtà è che non esiste un modo giusto per descrivere la marginalità. Nemmeno oggi, che il mondo ci sta crollando addosso tutto insieme. Basta semplicemente sapere di cosa si sta parlando, avere qualcosa da dire, e trovare un buon modo per farlo.


In questo senso, I saw the tv glow è un esperimento riuscitissimo. Possiamo solo sperare che altri progetti simili riescano ad emergere dal fango, e sfogare creativamente esperienze difficili, vissute ogni giorno sulla propria pelle.