04/07/2024

Generazione-Crisi

Come il Capitalismo ha corroso la nostra generazione

04/07/2024

Generazione Crisi

Come il Capitalismo ha corroso la nostra generazione


Tempo di lettura: 5 minuti

La nostra generazione è cresciuta in una società perennemente in crisi. Lə studentə di oggi sono entratə a scuola dopo il 2008, all’inizio di una lunga crisi economica pervade tutt’ora le nostre vite.


La situazione non è molto diversa per chi invece dalla scuola ci è appena uscitə. Anche questo percorso scolastico ha mosso i suoi primi passi in un mondo instabile, sconvolto dalle guerre statunitensi scoppiate dopo l’11 Settembre.


Guerra e crisi sono lo sfondo entro il quale la nostra generazione – esattamente come quella post ’29 del XX Secolo – viene preparata all’inserimento nella società.


Siamo abitutatə a sentire il trambusto di conflitti lontani (almeno per ora e almeno in Occidente), e questa crisi “temporanea” ci ha segnato psicologicamente.


Per la prima volta da un secolo, le nostre prospettive economiche sono peggiori di quelle dei nostri genitori, che a vent’anni avevano un potere d’acquisto superiore al nostro dell’86%.


Questa perenne crisi non è solo economica, anzi. Ci sono molteplici crisi in corso che si intersecano tra di loro. Il neoliberismo è ad un punto di non ritorno: a forza di dare potere all’1% in funzione di una insaziabile sete di profitto, il sistema ha finito per mercificare le sue stesse interiora (oltre che le vite di tuttə noi).

La Terra si sta sgretolando sotto le nostre mani e noi continuiamo a consumarla a ritmi e livelli insostenibili. Nel frattempo, i tassi di sfruttamento (o la disuguaglianza economica) sono tra i più alti mai visti nella Storia, come testimonia l’abbassamento del livello e dei salari e la diffusione su scala mondiale di forme di lavoro schiavile.


Interi settori economici (come quello alimentare, della moda e delle grandi filiere logistiche) si basano su forme di schiavitù moderna. Per ogni vestito prodotto, unə operaiə negli sweatshop guadagna appena qualche centesimo.


Allo stesso tempo, la famiglia – attraverso cui il patriarcato gestisce la riproduzione della forza-lavoro e il lavoro domestico non pagato – si sta sgretolando dall’interno, creando nuove forme di instabilità e oppressione di genere.

La scuola, la sanità e tutte le Istituzioni di Welfare si riducono a dei meri strascichi; sono semplicemente quel poco che è rimasto di fronte alla fame auto-cannibalistica del Capitale.


I confini si mostrano chiaramente in tutta la loro flessibilità: di fronte ad armi, merci e capitale, le porte si spalancano; se invece qualcuno sta scappando da stragi umanitarie (causate proprio da armi, merci e capitale) improvvisamente ogni entrata è chiusa a chiave.


Trattiamo il Muro di Berlino come fosse l’apice della distopia perché addirittura quasi 600 persone sono morte cercando di attraversarlo. Chissà che livello di distopia hanno raggiunto il Mar Mediterraneo e il muro ai confini del Messico, che 600 persone le uccidono regolarmente in una manciata di mesi.


L’abbondanza da una parte del mondo viene repressa per creare le peggiori forme di scarsità dall’altra.

La povertà è in aumento sia nei Paesi del Nord Globale che nei territori più sfruttati del Pianeta; solo i Paesi in via di industrializzazione riescono a trascinare i propri abitanti oltre la soglia della povertà, e comunque lo fanno al costo di produrre sempre più emissioni nocive ed alimentare disuguaglianze socioeconomiche insostenibili.


Insomma, ovunque si gira il Capitale fa danni.

La nostra generazione ha il compito di fermare questo circolo vizioso, per costruire un futuro lontano dai profitti e vicino alle esigenze delle persone.


La crisi non è inevitabile.

O meglio – lo è solo se lasciamo che il sistema agisca indisturbato, puramente per accumulare capitale e profitti; lo è se rimaniamo a guardare mentre distrugge le nostre vite e quelle delle generazioni future.

La catastrofe climatica, lo sfruttamento dei nostri corpi e del nostro tempo, la violenza razzista e di genere esistono anche e soprattutto perché le lasciamo proliferare.


Dobbiamo organizzarci contro ogni forma di oppressione, sfruttamento e privazioni di diritti – nei quartieri e nelle città, nelle scuole e nei posti di lavoro, nelle Istituzioni e nel nostro quotidiano.


Ogni generazione ha vissuto un momento di gloria, un periodo storico in cui è riuscita a prendere in mano il proprio destino affermando la sua volontà contro quelle Istituzioni che reggono in piedi una società marcia.

É arrivato il momento di costruire la nostra gloria.